la produzione del cardoncello

Fase di Laboratorio.
Per far crescere le ife ed  il micelio è necessario un substrato arricchito e colonizzato dalle spore. La fase richiede sterilità poiché il substrato non contiene conservanti e non deve quindi essere attaccato da nessun batterio presente. La prima fase avviene in barattoli di vetro. Viene usata farina di riso e vermiculite che sono facilmente disponibili. Una volta preparato, il substrato viene messo nei barattoli e sterilizzato dal calore. Dopo che si è raffreddato viene arricchito con una siringa di spore. Dopo che il substrato è stato arricchito, bisogna aspettare che sia completamente colonizzato dalle spore. Dopodiché la sterilità è meno importante perché il micelio è in grado di difendersi da solo, quindi il substrato può essere tolto dal barattolo. Ci vogliono da due a tre settimane perché questo processo abbia fine. A questo punto il micelio prodotto  viene moltiplicato in sacchi di plastica che contengono grano o miglio sterilizzato fino a quando  le spore colonizzino il substrato non è necessaria alcuna attività.



 

Fase produzione pani.
Dopo questa fase di laboratorio, la moltiplicazione del micelio , avviene in aziende specializzate per la produzione dei pani, che inoculano il micelio in ambiente sterile .Il substrato è costituito da materiale di scarto come paglia di grano o di mais , fettuccine di barbabietola, melasso ecc.dopo 60 giorni il pane può essere avviato alla coltivazione del fungo.


 

Fase produzione fungo.
Il periodo ottimale per l'interramento dei pani in serre aperte, va da settembre ad aprile; tale periodo può comunque oscillare in relazione all'andamento stagionale ed alle zone di coltivazione. La coltivazione all' aperto viene fatta su terreno opportunamente protetto dal sole con rete ombreggiante al 70-90%, sorretta da normali archi per serre larghi circa 5 Mt. Durante il periodo di raccolta, per evitare eccessivi inzuppamenti da improvvise e violente piogge, è consigliabile disporre di un telo di plastica, in modo da poterlo distendere, in caso di necessità, sul tunnel. Per interrare i pani si scava una trincea larga 1 Mt. E profonda circa 15/20 cm., avendo cura che le pareti siano verticali ed il fondo pianeggiante.
La lunghezza della trincea varierà in relazione al numero dei pani da interrare, considerando un investimento di 18/20 pani per ogni metro lineare di scavo. È importante che il livello del terreno delle aiuole di produzione, costituite da sacchi interrati più il terreno di copertura, rimanga di 5/10 cm. più alto rispetto ai sentieri adiacenti di passaggio.

  • Sistemare l'una accanto all'altra, in posizione verticale, le confezioni prive dell'involucro, senza romperle né comprimerle.
  • Riempire gli spazi vuoti tra le confezioni, poi ricoprire il tutto facendo in modo che la copertura non superi lo spessore di 1 cm. di terra e segua l'andamento della parte superiore dei pani.. È consigliabile scegliere terreni che non presentino grossi frammenti di sostanza organica come: radici, tuberi, paglia, cotico erboso; in quanto tali frammenti o materiali possono costituire una grossa fonte di infezione di muffe particolarmente temibili. Se la coltivazione viene ripetuta in aiuole oggetto di precedenti allevamenti di funghi, è molto importante che i residui dei pani già esauriti siano asportati completamente ed allontanati in quanto possono ospitare parassiti dannosi.
  • Inumidire il terreno di copertura con acqua di pozzo o di acquedotto, utilizzando per questo un getto fitto e leggero. Mantenere umido, ma non inzuppato, il terreno delle aiuole distribuendo ripetutamente moderati quantitativi di acqua, nell'arco della giornata, a seconda del momento stagionale (primavera od autunno) e delle condizioni climatiche del momento (assenza o presenza di vento, di sole, di nebbia ecc...). Importante è evitare il costipamento del terreno con bagnature troppo frequenti ed abbondanti, che possono provocare una scarsa produzione, dovuta ad una riduzione degli scambi gassosi tra il composto e l'ambiente esterno.
  • Il momento ottimale per la raccolta è quando il cappello dei funghi, dapprima ripiegato verso il basso, si appiattisce e nel contempo cominciano a cadere le prime spore biancastre che formano una leggera patina sui carpofori. È opportuno, inoltre, allontanare dalla zona di coltivazione tutti i frammenti dei funghi derivati dalle operazioni di raccolta e pulizia, perché costituiscono allo stesso modo una grossa fonte di infezione ai danni dell'intera coltura.

 


 

PARASSITI CHE POSSONO COMPROMETTERE LA PRODUZIONE

Durante la produzione bisogna fare molta attenzione all'eventuale comparsa di muffe (gen. DACTYLIUM), che partendo dal terreno (dai resti dei funghi raccolti in precedenza e da altri materiali organici come: paglia, radici ecc...) invadono poi i carpofori rendendoli non commerciabili.. Altri parassiti che possono provocare notevoli danni sono le larve di alcuni DITTERI che penetrano all'interno dei carpofori scavando un notevole numero di gallerie con conseguente deprezzamento del prodotto, oppure si mantengono nella porzione basale dei gambi interessando superficialmente anche il substrato.
È tuttavia necessario, entrare nell'assoluto ordine di idee che per salvaguardarsi dalle suddette malattie ed infestazioni bisogna solamente prevenirle con opportune tecniche di coltivazione e adottando le massime regole di pulizia nel luogo di coltivazione. AI momento la malattia che può creare maggiori problemi in fase di produzione dei funghi è dovuta all'attacco di un batterio (gen. PSEUDOMONAS), che si manifesta prima con l'ingiallimento parziale o totale dei carpofori, poi con una successiva marcescenza degli stessi. I funghi colpiti, in particolare in uno stadio avanzato della malattia, emanano un caratteristico odore di sostanza putrida . In alcuni casi, l'attacco può addirittura provocare la mancata produzione. Fino ad oggi non si conoscono terapie utili per combattere la batteriosi. È importante però tenere presente che la malattia si espande dai funghi colpiti a quelli sani con estrema facilità, quindi per contenerne l'espandersi bisogna cercare di evitare il contagio portato dagli insetti che si muovono sulle aiuole e dagli attrezzi di raccolta usati dagli operatori. Un’altra malattia è il TRICODERMA VIRIDIS un fungo che interviene dopo che il micelio nel pane si è indebolito o perchè ha fruttificato o perchè si è ammalato   Bisogna però tenere presente che gli attacchi dei vari parassiti nella coltivazione al chiuso si presentano più difficili da contenere. In condizioni normali il ciclo produttivo si esaurisce in 60 gg. dall' interramento e la raccolta si effettua in tre volate, di cui la prima è la più consistente