la coltivazione del cardoncello

LA RIPRODUZIONE DEL PERCORSO DELLA NATURA NELL’AZIENDA FUNGICOLA: IL FUNGO CARDONCELLO

La coltivazione del Cardoncello costituisce un magnifico esempio di come l’uomo, con la sua sapienza, è riuscito, senza alterare le condizioni naturali, ha mimare e riprodurre in uno spazio confinato e limitato le migliori condizioni ambientali per la produzioni dei pregiatissimi carpofori di Pleurotus erengii.
Ciò è stato reso possibile  dalle enormi conoscenze che sono state acquisite sia dal punto vista della biologia del micete sia dallo sviluppo tecnologico che ha messo a disposizioni dei fungicoltori innumerevoli soluzioni tecnologiche per meglio imitare le condizioni naturali nelle diverse fasi del processo produttivo. In seguito, viene illustrato sinteticamente le diverse fasi del ciclo produttivo del fungo cardoncello. Ognuna di essa rappresenta ciò che avviene in natura e che l’uomo riproduce continuamente per assicurare un prodotto unico, genuino e biologico del nostro territorio.


Le cellule del fungo prelevati direttamente dai cardoncelli spontanei  raccolti nel loro ambiente naturale , vengono portate in laboratorio e  moltiplicate in barattoli di vetro su farina di riso e vermiculite in ambiente sterile .
Dopo che il substrato è stato completamente colonizzato dalle spore, il micelio prodotto  viene moltiplicato in sacchi di plastica che contengono grano o miglio sterilizzato , fettuccine di barbabietola, melasso ecc.
Dopo circa sessanta giorni di incubazione , il substrato incubato ottenuto ( panetto), può essere avviato alla coltivazione del fungo. L'interramento dei pani  in serre aperte, può avvenire tutto l'anno in relazione all'andamento stagionale ed alle zone di coltivazione che vanno dal mare durante l’inverno all’estate in alta montagna.
La coltivazione all' aperto viene fatta su terreno opportunamente protetto dal sole con rete ombreggiante al 90%, sorretta da normali archi per serre.

Come si procede nella coltivazione:

1) Sistemare l'una accanto all'altra, in posizione verticale, le confezioni prive dell'involucro, senza romperle né comprimerle.

2) Riempire gli spazi vuoti tra le confezioni, poi ricoprire il tutto facendo in modo che la copertura non superi lo spessore di 1 cm. di terra. È consigliabile scegliere terreni che non presentino grossi frammenti di sostanza organica come: radici, tuberi, paglia, cotico erboso;

3) Inumidire il terreno di copertura con acqua  utilizzando per questo un getto fitto e leggero. Mantenere umido, ma non inzuppato, il terreno delle aiuole distribuendo ripetutamente moderati quantitativi di acqua, nell'arco della giornata, a seconda del momento stagionale (primavera od autunno) e delle condizioni climatiche del momento (assenza o presenza di vento, di sole, di nebbia ecc...).

4) Il momento ottimale per la raccolta è quando il cappello dei funghi, dapprima ripiegato verso il basso, si appiattisce e nel contempo cominciano a cadere le prime spore biancastre che formano una leggera patina sui carpofori.