la coltivazione del cardoncello |
LA RIPRODUZIONE DEL PERCORSO DELLA NATURA NELL’AZIENDA FUNGICOLA: IL FUNGO CARDONCELLO
La coltivazione del Cardoncello costituisce un magnifico esempio di come l’uomo, con la sua sapienza, è riuscito, senza alterare le condizioni naturali, ha mimare e riprodurre in uno spazio confinato e limitato le migliori condizioni ambientali per la produzioni dei pregiatissimi carpofori di Pleurotus erengii.
Le cellule del fungo prelevati direttamente dai cardoncelli spontanei raccolti nel loro ambiente naturale , vengono portate in laboratorio e moltiplicate in barattoli di vetro su farina di riso e vermiculite in ambiente sterile . 1) Sistemare l'una accanto all'altra, in posizione verticale, le confezioni prive dell'involucro, senza romperle né comprimerle. 2) Riempire gli spazi vuoti tra le confezioni, poi ricoprire il tutto facendo in modo che la copertura non superi lo spessore di 1 cm. di terra. È consigliabile scegliere terreni che non presentino grossi frammenti di sostanza organica come: radici, tuberi, paglia, cotico erboso; 3) Inumidire il terreno di copertura con acqua utilizzando per questo un getto fitto e leggero. Mantenere umido, ma non inzuppato, il terreno delle aiuole distribuendo ripetutamente moderati quantitativi di acqua, nell'arco della giornata, a seconda del momento stagionale (primavera od autunno) e delle condizioni climatiche del momento (assenza o presenza di vento, di sole, di nebbia ecc...). 4) Il momento ottimale per la raccolta è quando il cappello dei funghi, dapprima ripiegato verso il basso, si appiattisce e nel contempo cominciano a cadere le prime spore biancastre che formano una leggera patina sui carpofori. |